Questa formazione intende, avvalendosi dell’esperienza di professionisti del settore sottolineare la necessità di una specifica attenzione in termini di salute, programmi di riabilitazione, accessibilità al Servizio alle donne consumatrici e dipendenti patologiche.
E'emersa la necessità di approfondire l'argomento "donne e dipendenze", con attenzioni alle variabili cliniche ed epidemiologiche sulla questione (es.: l'accesso ai servizi da parte dell'utenza di sesso femminile, il sommerso, le cure farmacologiche in gravidanza, la percezione e lo stigma sociale delle dipendenze al femminile).
Autonomizzare la donna dipendente, renderla consapevole del proprio potenziale, offrirle l'idea di un valore di sé reale e da difendere, permettere una rivisitazione del proprio vissuto precedente all’avvio della carriera tossicomanica troppo spesso traumatico, favorendo la tutela della propria salute sono elementi imprescindibili della cura e della riabilitazione, della prevenzione e della riduzione del danno.
Dalla Relazione annuale sull’evoluzione del fenomeno della droga nell’Unione europea, pubblicata nel 2017 dall’Agenzia europea sulle droghe di Lisbona (OEDT) le donne rappresentano soltanto il 20% dei pazienti che si sottopongono a un trattamento della tossicodipendenza (con un rapporto uomo-donna di 4:1). Ci sarebbe da chiedersi, non cadendo nella falsa percezione che siano gli uomini a fare uso di sostanze più delle donne considerati i dati numerici a disposizione, perché queste ultime hanno più difficoltà a rivolgersi ai Servizi specialistici. Secondo lo stesso OEDT, le ragioni sono diverse e possono includere problemi di accesso ai servizi specializzati e di adeguatezza degli stessi.
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